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Niang tiene in sospeso Francia e Senegal


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La stagione che sta ancora muovendo i primi passi potrebbe essere quella della consacrazione per M’Baye Niang. Dopo la buona seconda parte dello scorso campionato con il Milan, l’attaccante francese è partito bene anche con Montella ed è uno dei punti fermi del nuovo corso rossonero. Per spiccare il volo serve ancora continuità in campo e ridurre le… uscite di pista extra-calcio, ma presto potrebbe porsi l’interrogativo su quale nazionale scegliere.


Niang è infatti nato in Francia, dove è cresciuto calcisticamente, ma ha origini senegalesi. L’agente Moussa Ndiaye è intervenuto per fare chiarezza, diramando un duro comunicato per stigmatizzare le pressioni di cui Niang sarebbe stato fatto oggetto in Africa per dire no alla Francia:


“Da tempo, all’avvicinarsi delle pause internazionali per gli impegni delle Nazionali, alcune persone orchestrano un attacco a Niang che non porta benefici a nessuno (…) – accusa Ndiaye - M’Baye Niang è francese di origini senegalesi, e questo rappresenta per lui una forza, una ricchezza ed un qualcosa di cui andare orgoglioso. Nulla può contestare o mettere in dubbio il suo attaccamento per il suo paese d’origine: mettere avanti a tutto il suo amore per il Senegal in funzione del suo orientamento sportivo che costituirà la sua scelta a livello di Nazionale è deplorevole.


Niang ha giocato per le rappresentative giovanili francesi fino all’Under 21, ma potrebbe ancora cambiare idea prima di approdare alla nazionale maggiore: “Dopo alcuni anni, grazie alle sue prestazioni, ha suscitato il legittimo interesse sia della selezione francese che di quella senegalese – ha proseguito Ndiaye - Ha giocato già per la selezione francese ed ha presenziato ad un raggruppamento della selezione senegalese: se questo è passato per scontato non è certo colpa sua. Nessuno dalla federazione si è rivolto a lui per chiedere spiegazioni, e non è nemmeno giusto chiedere a lui di prendersi responsabilità che non sono sue. È responsabile di dover dichiarare pubblicamente che non merita di indossare la maglia del Senegal? Dubito. Mischiare la passione con la ragione per emettere un giudizio senza fondamento reale non è corretto (…)".


Infine il lungo preambolo che fa intuire l’inizio della parte finale della “riflessione”: “Prendere una decisione richiede una riflessione che gli appartiene e che gli converrà rispettare, perché solo lui, attraverso le sue performance sportive,  può ottenere la possibilità di giocare per l’una o l’altra Nazionale. Non giocare per l’una o l’altra nazione non significa assolutamente non esserci legato. M’Baye lavora per migliorare le condizioni di sviluppo di bambini in Senegal attraverso progetti che vuole portare avanti con il sostegno della sua famiglia: questo è il reale attaccamento per il suo paese d’origine. (…) Quando sarà arrivato il momento, farà parte della sua volontà e delle sue intenzioni sportive”.

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