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RESOCONTO DI GIORNATA

11a giornata: si scrive Serie A, si legge Maratona

Domenica scorsa si è corsa la celeberrima Maratona di New York. Una gara podistica estenuante che ha messo alla prova la resistenza, la pazienza e l’abnegazione dei tantissimi podisti al via.

Ieri, invece, è terminato l’undicesimo turno del campionato di Serie A 2013-2014, chiudendo di fatto una “maratona” di trenta partite giocate in poco più di sette giorni. Un’altra “corsa” che ha messo alla prova la resistenza, la pazienza e l’abnegazione dei tantissimi fantallenatori di questa piattaforma. La nona, la decima e l’undicesima giornata sono state disputate in un amen: continui cambi di formazione, un turnover cannibale, infermerie piene, squalifiche a gogo.

E in tema di “maratona”, la Roma è sembrata Filippide, il primo a correre la distanza dei 42 km e 195 metri per annunciare ai suoi concittadini ateniesi la vittoria riportata dall’esercito greco su quello persiano nella battaglia di Maratona (490 a.C.) Il prode Filippide, dopo essersi distinto in battaglia, comunicò agli ateniesi il successo sugli odiati persiani e poi spirò per la grande fatica di aver coperto rapidamente la distanza tra il luogo della battaglia e la più famosa delle polis greche: 42 km e spiccioli, appunto. I giallorossi hanno raggiunto quota dieci vittorie e poi sono stati bloccati sul pari da un Torino che ha avuto in Cerci, ex di turno, il suo condottiero. Strootman e compagni non sono morti, ci mancherebbe altro, ma adesso iniziano a sentire il fiato degli avversari sul collo. Specialmente quello di Juventus e Napoli che, invece, sembrano dei moderni Spiridon Luis, l’atleta che trionfò alla Maratona dell’Olimpiade di Atene del 1896, la prima edizione dei Giochi a Cinque Cerchi dell’era moderna. Il buon Spiridon si fermò, lungo il tracciato, anche in un’osteria a bere un bicchiere di vino. Ecco, lo strapotere mostrato dai bianconeri e dai partenopei negli ultimi turni, grazie a giocatori come PogbaHamsik e Callejon, fanno sembrare le loro battute d’arresto come una sosta, forse non così gradevole, in qualche bar.

L’Inter di PalacioRanocchia e Alvarez è meno continua rispetto al terzetto di testa, ma potrebbe fare come Stefano Baldini, trionfatore della Maratona di Atene del 2004, quando recuperò un notevole svantaggio accumulato sul brasiliano Vanderlei de Lima e poi tagliò per primo il traguardo. Ma se l’Inter è Baldini, questo Verona di Toni e Jankovic chi è? Forse il Gelindo Bordin che prese l’oro alla Maratona di Seul del 1988 da autentico outsider.  

Il Milan, al contrario, pare come Dorando Petri, l’atleta italiano che giunse barcollando al traguardo della Maratona di Londra 1908. Cadde, fu rialzato da qualcuno del pubblico e per questo squalificato. I rossoneri, tuttavia, non sono stati “rialzati”, anzi le reti di Vargas e Borja Valero hanno certificato lo stato confusionale di Balotelli e soci. Stesso discorso per la Lazio, altra Petri, che dopo la galoppata dello scorso anno si ritrova barcollante sotto le reti dei genoani Kucka e Gilardino

Comunque, salvo per i team impegnati nelle coppe, la “maratona” di campionato, e fantacampionato, è finita. Adesso si può riprendere fiato. Qualcuno ne avrà senza dubbio bisogno...

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